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La Transumanza, patrimonio genetico del Molise

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Sulla transumanza: “Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare… Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’ Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente su le vestigia degli antichi padri.” Gabriele D’Annunzio.

Ho trovato in rete queste bellissime frasi di D’Annunzio, il mio scrittore preferito e non potevo esordire in questo articolo con un incipit migliore.

Immaginate un sentiero molto ampio che si è formato con il calpestio costante di greggi, mandrie e pastori. L’erba fresca e verde che si muove sinuosa al sospiro del vento e la rugiada che ne inumidisce i filamenti. Un silenzio surreale contro il tempo che sembra essersi fermato. Il passo pesante ed incisivo del pastore che guida il suo bestiame lungo il tratturo infinito e pianeggiante. I grossi campanacci al collo dei bovini ed il loro concerto armonico. Mi piace descrivere così la “transumanza“, simbolo pastorale. Ricchissima ed antica tradizione di un tempo indefinito, ormai remoto.

In Italia, anticamente, prese piede questa usanza ed uno dei primi tratturi riconosciuti per la transumanza fu quello che attraversa il Molise, partendo dall’Abruzzo con destinazione Puglia. Il periodo primaverile rappresentava la migrazione stagionale dai pascoli pianeggianti a quelli montuosi. Nel periodo invernale, invece, si invertiva la rotta. Il viaggio, chiaramente, durava diversi giorni ed i pastori insieme al bestiame si fermavano a riposare in zone già definite.

La Transumanza

La Transumanza è iniziata quando si è instaurato un rapporto tra l’uomo e l’animale. Nel momento esatto in cui l’uomo ha smesso di essere un cacciatore ed è diventato allevatore.

Transumare vuol dire spostarsi da un posto all’altro. Ci si sposta in base alla stagione calda oppure a quella fredda. All’inizio della primavera i pastori si spostano verso la montagna, per godere di un clima più fresco. Mentre, in autunno, ritornano verso zone pianeggianti con un clima più mite. L’obiettivo è sempre quello di offrire agli animali un’alimentazione più nutriente. Quindi, rincorrere sempre la stagione più fresca per avere il latte migliore.

mucche al pascolo
Mucche al pascolo lungo il tratturo, durante il periodo della transumanza

I pastori che praticano la transumanza non fanno altro che assecondare il naturale ciclo vitale dell’animale. In effetti, il bestiame, naturalmente si sposterebbe per cercare il pascolo migliore, il pascolo più verde. Il loro istinto li guiderebbe verso quelle mete. Quindi il pastore non fa altro che accompagnarli in questa direzione.

Il Tratturo

Chi vive in Molise, o almeno una volta nella vita ha percorso delle strade molisane, sicuramente si sarà imbattuto in insegne stradali che indicano la presenza di un tratturo.

I Tratturi sono dei sentieri di campagna, assolutamente non asfaltati. Essi si sono formati grazie al calpestio continuo del bestiame e dell’uomo. I percorsi dei tratturi si snodano per centinaia di chilometri e toccano circa 80 comuni molisani.

Il Tratturo, quindi, rappresenta il percorso fisico dove i pastori e le greggi compivano la transumanza. Lungo i tratturi, i pastori compivano una serie di attività commerciali. Vendevano pelli, lana, latte e i suoi derivati.

A parlarne oggi di tratturo e transumanza sembra quasi un’esperienza surreale, da vivere come una straordinaria vacanza immersi nella natura. Non dev’essere stato così semplice in passato. Leggo di storie di vita non proprio così piacevoli ed idilliache. Infatti degli antichi manoscritti narrano di febbri malariche, di imposizioni gerarchiche che prevedevano tre tipologiche di pane destinate agli uomini a seconda della loro gerarchia.

Gli uomini della transumanza erano un esercito di contadini e braccianti agricoli. Essi avevano studiato con particolare astuzia ogni sentiero del tratturo. Tutto questo per avere a disposizione tutto ciò che la natura potesse offrire anche in termini di comodità. Vicinanza ai ruscelli per abbeverare mandria e gregge, aree di sosta alla giusta distanza l’una dall’altra. Ancora, cercare il posto giusto per la mungitura, per ripararsi durante le piogge… Pertanto il tratturo ha segnato in maniera massiccia il suolo, ed è diventato parte integrante del territorio. Dal Regio Tratturo, cioè il percorso principale, si snodano tratturelli e percorsi minori, che servivano come collegamento.

I Tratturi del Molise

I Tratturi abbracciano cinque regioni italiane: Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Campania. Questa fitta rete comprende 14 tratturi, 70 tratturelli, 14 bracci e 9 postazioni di riposo. Questi ultimi rappresentano delle arterie minori che fungono da collegamento. I più antichi ed importanti:

  • Celano-Foggia di circa 200 km.;
  • Castel di Sangro-Lucera di circa 130 km.;
  • Pescasseroli-Candela di circa 210 km.;
  • Tratturo del Re (L’Aquila-Foggia) lungo circa 240 km. largo circa 110 m;
  • Centurelle-Montesecco di circa 100 km.

Tratturelli e Bracci:

  • Castel del Giudice-Sprondasino-Pescolanciano, di circa 40 km.;
  • Braccio Centocelle-Cortile, che dalla vecchia stazione ferroviaria di Ripabottoni collega il Celano-Foggia al Castel di Sangro-Lucera.

La Transumanza “Patrimonio Mondiale dell’Unesco”

L’11 dicembre 2019 il comitato del patrimonio mondiale dell’ Unesco si è espresso sulla Transumanza. Ha proclamato patrimonio immateriale dell’umanità questa antica pratica. La notizia arriva da Bogotà, dove si è riunita la commissione che ha sancito questo riconoscimento. L’Unesco afferma che la pratica della transumanza è un esempio di approccio sostenibile ed ha contribuito a modellare il paesaggio naturalistico italiano. Inoltre è rispettosa del benessere animale e dei ritmi delle stagioni.

Parlano della nostra transumanza il New York Times, il National Geographic e tanti altri.

La famiglia Colantuono

La famiglia Colantuono, oggi in Molise, rappresenta la transumanza. E’ l’ultima famiglia rimasta a praticare ancora questa tradizione. La famiglia intera sposta ogni anno circa 360 capi bovini che guidano sul percorso storico Frosolone (CB) – San Marco in Lamis (FG). La mandria è composta da mucche di razza podolica e marchigiana. I Colantuono praticano la transumanza da oltre cinque generazioni, ininterrottamente dalla fine del 1800. Infatti, l’intera famiglia, difende da oltre cento anni, il tratturo e la sua storia.

mandria di mucche durante la transumanza, con quattro cavalli e cavalieri
Famiglia Colantuono (ph. Nicola Lanese)

“Senza andare e venire per i tratturi, le antiche vie della transumanza che si inerpicano fra la Puglia e il Molise, la mia famiglia non ritrovava sé stessa, il senso della propria storia…” Carmelina Colantuono.

Carmelina è testimone e protagonista di questa affascinante storia pastorale. E’ custode dei segreti della transumanza. La famiglia Colantuono, inoltre, produce caciocavalli da latte crudo. Lo fa con il latte delle mucche di razza podolica, che lei accompagna in questo meraviglioso cammino.

mucche al pascolo con mandria di cavalli e cavalieri
Mucche di razza podolica al pascolo

Le mucche di razza podolica sono note per la loro straordinaria capacità di adattarsi a condizioni climatiche ed ambientali piuttosto avverse.

Fisicamente questi bovini sono caratterizzati da un mantello di un colore tendente al grigio. A seconda di vari fattori, tra cui il sesso, l’esemplare risulterà più o meno chiaro come tonalità. I maschi hanno delle corna a mezza luna, mentre le femmine a forma di lira.

E’ una razza allevata principalmente in Abruzzo, Molise, Puglia, Campania. Qui, nelle aree interne, le condizioni climatiche e territoriali sono alquanto rigide. Producono pochissimo latte, ed è davvero delizioso. Infatti viene utilizzato per la produzione del famoso caciocavallo molisano. Perla della tradizione alimentare e contadina del Molise.

Il Caciocavallo Podolico

Carmelina, insieme alla sua famiglia, produce caciocavallo e manteca. Quest’ultima è una specialità pugliese, in sostanza è una scamorza ripiena di ricotta. Ha un piccolo laboratorio di trasformazione a San Marco in Lamis (FG). Qui trascorre gran parte del periodo invernale, in attesa della primavera. Infatti nell’ultima luna piena di maggio, tutta la famiglia a cavallo segue il gregge. Ricomincia così la fantastica avventura della transumanza. Questa sarà chiamata “transumanza orizzontale” un percorso di 180 km. che inizia dalla piana foggiana. Terminerà dopo quattro giorni sui monti molisani, precisamente a Frosolone (CB) a circa 1.400 metri di altezza sul livello del mare. Qui stazioneranno fino ad ottobre, quando si sposteranno nuovamente verso San Marco in Lamis (FG).

Il Caciocavallo podolico è appunto un formaggio ottenuto da solo latte prodotto da vacche di razza podolica. E’ un latte molto genuino e naturale, in quanto le mucche sono alimentate con soli erbai freschi di stagione. Quindi i principali nutrienti arrivano proprio dall’alimentazione delle mucche. Erbe naturali, assolutamente prive di concimi, che trasferiscono al latte un gusto inimitabile. Gli animali sono allevati al pascolo, in alta montagna, dove l’aria è pura ed i terreni incolti.

I formaggi della Transumanza

Sul nostro shop è possibile acquistare vari formaggi artigianali che devono le loro origini alla transumanza (molisana e non):

Mi auguro che Carmelina e la sua famiglia non siano gli ultimi protagonisti di questa meravigliosa avventura chiamata “transumanza”. Mi auguro che le generazioni future si facciano carico di questa tradizione e non la facciano morire. Riponiamo in loro la speranza di non vanificare le nostre origini e le nostre radici. Origini contadine, fatte di terra, di animali e di natura. Quella vera, incontaminata e pura.

Lina

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